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G
ganzo (tu' ma' cià il...) (it.: tua madre ha una relazione extraconiugale).
Nella enorme casistica delle espressioni e dei termini riferiti alla figura materna nella lingua livornese, questa assume una pregnanza particolare per la sua esplicita chiarezza. Se la parola 'ganzo' fa parte-sia come aggettivo (furbo, scaltro, abile), sia come sostantivo (amante, drudo) - del vocabolario italiano, in questo contesto essa provoca tensioni edipiche assai intense e congeniali alla mentalità e al costume labronico. È utile ricordare che il ricorso frequente a tali espressioni affonda le proprie motivazioni nelle stesse origini spurie del popolo livornese, per cui risalendo generazioni e genealogie, uno, in famiglia, finisce comunque col trovare qualche tegame (v.) tra le proprie ascendenze.
«Tu' ma' cia 'r ganzo...» costituisce locuzione ingiuriosa più
blanda del consueto «il budello di tu' ma'» e si usa in occasioni meno pregnanti ed impegnative sotto l'aspetto conflittuale, quasi distrattamente e per inciso viene formulata, ad esempio, dal gentiluomo livornese all'indirizzo di colui che, al semaforo, repentinamente gli suona il clacson dal dietro all'apparizione del verde
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