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essere nelle mani dell'ultimo padrone
L'espressione risulta assai usata in Toscana ed in particolare negli ambienti popolari per significare laconica presa d'atto di situazione d'estremo disagio o di rischio di totale rovina.Secondo la Malloggi-Montesquieu (1932 - vivente, pronipote del famoso statista francese, ordinaria di Economia Domestica e Messa in Piega presso le Suorine della Divina Apparizione alla Curva per Montenero prima della Pizzeria) la locuzione all'origine non è altrimenti riferibile che a condizioni subalterne di sfruttamento, ma è passata poi a definire genericamente fatale esito e fine stessa dell'esistenza o, di quella, irreversibile deterioramento fisico e morale (cfr.ASSUNTINA MALLOGGI-MONTESQUIEU, Della separazione dei poteri nello Stato liberale con riferimento ai drammatici accadimenti verificatesi la vigilia di Natale del 1957 in casa Bonvino quando arrivò la lettera di licenziamento dai Portuali del capofamiglia Bonvino Noris, il quale allora manifestò la volontà di investire i sudati risparmi in una trattoria al Castellaccio di proprieta del fratello Bonvino Oreste, al che la suocera Mantellassi Corinna esclamò: « Vai, così sei nelle mani dell'ultimo padrone...! » alludendo alle scarse facolta' imprenditoriali del suddetto Bonvino Oreste e alla sua propensione verso il gioco delle carte, i ponci' e le femmine di malaffare, Gallimard, Parigi 1965). Non mancano altresì numerosi altri riferimenti storici intorno ai quali vale la pena effettuare opportune riflessioni; tra questi, emblematica - così come ce la riporta il cognato Buffalo Bilì - appare la frase pronunciata dal generale Custer durante l'assedio delle sue truppe presso il Little Big Horn da parte dei pellerossa del terribile Toro Seduto; nel momento in cui il capo indiano gli si avvicinò con un enorme marraccio insanguinato nell'intento di recidergli i testicoli per farsene ambito trofeo e monile da regalare alla moglie Vacca Sdraiata (detta an he «Tromba coi Lupi» per i suoi comportamenti decisamente anticonformisti).7
«We are in the hands ofthe last master...! » - gridò infatti il valoroso ufficiale fuggendo a gambe levate e con le lunghe chiome al vento mentre si riparava il pacco genitale; il che non riuscì ad evitargli l'avvilente cerimoniale, ma al contempo gli procurò un delizioso registro canoro da contralto che ebbe modo di sfoggiare nel corso dei successivi trent'anni nei più rinomati teatri della Louisiana, col nome d'arte di Clementyne Cutballs (Palle tagliate) O' Pigliamy (cfr. WILLIAM CODY, detto BUFFALO BILL, I più grandi castrati del Far West tra storia e leggenda, Albuquerque 1912).
Inoltre il Fanciullacci (Ermete W Fanciullacci, stimatissimo installatore di bombole di gas liquido nell'entroterra pisano e impareggiabile imitatore del verso del fischione di padule in amore) sosteneva, nelle sue apprezzate serate speculative presso il Bar Wilma & Nando di Porcari, che 'essere nelle 'mani dell'ultimo padrone' costituiva premessa minore di un sillogismo pascaliano di terzo grado (o « sillogismo a cazzo di cane» secondo la scuola retorica dei Cinofili Lanuginosi di Bruges) per giungere all 'assunto di chiara impronta kantiana, cosidetto «del Posteggiatore di Piazza Cavour » secondo il quale «se un'auto mobile nuova viene parcheggiata a marcia indietro dalla mi' cognata Ivana Buticchi tra due vetture disposte a spina di pesce formanti un angolo con la stessa = 90°, l'automobile in questione è inequivocabilmente da definirsi "nelle mani dell'ultimo padrone" (...in manibus extremi domini; PS. Tertulliano, IV-122)».
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